Rischio da fenomeni meteorologici avversi
Il rischio associato ai fenomeni meteorologici avversi rappresenta l’insieme delle criticità dovute ai temporali, al vento, alla neve, alla pioggia che gela (il cosiddetto gelicidio) e alle temperature estreme che determinano il disagio bioclimatico con il caldo estivo e il freddo invernale.
Gli eventi meteo climatici estremi che stanno caratterizzando il territorio nazionale con sempre maggior frequenza ed intensità sono inquadrati nel piano di protezione civile in funzione della severità per ogni categoria di criticità.
Temporali: al verificarsi di eventi di pioggia potenzialmente pericolosi quali i nubifragi, vengono rilevati attraverso la rete di monitoraggio regionale i quantitativi di pioggia caduta al suolo ed il valore cumulato totale di pioggia nel corso dell’evento per valutare l’intensità delle precipitazioni stesse rispetto a due soglie di riferimento corrispondenti a 30 mm di pioggia in un’ora e a 70 mm di pioggia in tre ore. Piogge con tale intensità e quantità possono determinare allagamenti localizzati nelle aree urbane (sottopassi e aree depresse) per insufficiente capacità di drenaggio delle reti di scolo o possono causare fenomeni di dilavamento dei versanti con trasporto di materiale detritico coinvolgendo la viabilità e gli edifici.
Vento: il principale indicatore per la valutazione della pericolosità del vento è l’intensità dello stesso. In base alla loro velocità i venti possono causare danni sul territorio secondo scenari che vengono definiti al superamento di determinate velocità. Venti con velocità compresa tra i 62 ed i 74 km/h (burrasca moderata) possono provocare danni localizzati alle strutture di pertinenza delle abitazioni come tettoie e pergolati e alle strutture di tipo provvisorio come le tensostrutture, le attrezzature balneari, tende e gazebo, possono inoltre provocare isolate cadute di rami, alberi e segnaletica stradale e pubblicitaria. Venti con velocità compresa tra i 74 e gli 88 km/h (burrasca forte) possono provocare danni, in aggiunta a quelli precedentemente già descritti, alle coperture degli edifici come tegole e comignoli, possono provocare la caduta di rami e alberi e l’interruzione delle forniture dell’energia elettrica e della telefonia a causa della caduta dei pali. Venti con velocità superiore agli 88 km/h (tempesta/fortunale/uragano) possono provocare gravi danni e crolli delle coperture degli edifici, interruzione della viabilità per la presenza di oggetti trasportati dal vento (rami, alberi, segnaletica), probabili sospensioni anche prolungate dei servizi di erogazione di fornitura elettrica e telefonica a seguito di danni delle linee aeree.
Temperature estreme: vengono valutate le temperature in riferimento a condizioni sia di freddo nei mesi invernali che di caldo nei mesi estivi, e gli effetti che tali condizioni possono avere sia sulle persone che sul territorio in generale. Il principale indicatore per le temperature elevate è la temperatura massima giornaliera e/o la sua persistenza. Al di sopra dei 38°C sono possibili conseguenze sulle condizioni di salute delle persone più vulnerabili, colpi di calore e disidratazione in seguito ad elevate esposizioni al sole e/o attività fisica. L’indicatore per le temperature rigide invernali è la combinazione della temperatura media e della temperatura minima giornaliera, perché entrambe risultano significative per gli effetti sia sui singoli individui che sulle infrastrutture e sull’ambiente. Al di sotto dei – 8°C sono possibili problemi per l’incolumità delle persone senza fissa dimora, disagi alla circolazione dei veicoli dovuti alla formazione di ghiaccio sulla sede stradale e possibili danni alle infrastrutture di erogazione dei servizi idrici.
Neve: l’indicatore per la valutazione della pericolosità da neve è l’accumulo medio di neve al suolo in cm, nell’arco di 24 ore, in funzione della quota del territorio distinto tra pianura, collina e montagna. In caso di accumulo di neve al suolo le criticità possono andare dai disagi alla circolazione dei veicoli alla caduta di rami e piante, all’interruzione dell’erogazione dei servizi essenziali di rete (energia elettrica, acqua, gas, telefonia) fino ai danni agli immobili o alle strutture vulnerabili.
Pioggia che gela: viene valutato il fenomeno della pioggia che gela al suolo (gelicidio) che crea criticità sul territorio comunale con possibili disagi alla circolazione stradale, anche ciclo-pedonale, rallentamenti o interruzioni parziali della viabilità e del trasporto pubblico aereo e ferroviario, cadute di rami spezzati e possibili interruzioni dell’erogazione di servizi essenziali causate da danni alle reti aeree.